
Nuove proposte per un packaging del latte meno oneroso da smaltire con l’aiuto dei consumatori
Il packaging del latte, indubbiamente fra i più evocativi, si appresta a conoscere una nuova evoluzione. La ricerca punta infatti a soluzioni in grado di superare la rigidità del Tetra pak nella fase di riciclo. Questa tipologia di imballaggio, richiede infatti per poter essere riciclato uno specifico e più oneroso trattamento, in grado di separare il cartone dagli strati interni di alluminio e dal rivestimento in plastica che ne avvolge la superficie esterna.
Le diverse operazioni necessarie a separare i diversi materiali sono la principale ragione per la quale, nonostante la diffusione di questa tipologia di imballaggi, una percentuale ancora considerevole di essi non viene riciclata.
Una proposta interessante arriva in questa direzione dal Regno Unito. L’azienda Frugal Pac specializzata nella produzione di imballaggi sostenibili, è in prossima uscita con Frugal Carton, un nuovo imballaggio sostenibile pensato per alimenti liquidi come il latte e altre bevande di vario genere.
Il principio sul quale si basa questo nuovo imballaggio è la presenza di due materiali diversi sovrapposti ma separabili dall’utente stesso. Un rivestimento in cartone cinge l’imballaggio in plastica, al pari di una fodera. Il consumatore, tirando l’apposita linguetta può separare facilmente i due diversi materiali riciclandoli negli appositi contenitori. Perchè dunque intervenire su costosi mezzi e rodate tecniche di smaltimento e non direttamente sull’imballaggio, rendendolo immediatamente separabile da quei consumatori divenuti negli anni più sensibili e collaborativi?
Il principio è indubbiamnete condivisibile e l’esperienza dell’azienda in questione rassicurante, considerando anche il recente lancio sul mercato della Frugal Cup la tazza d’asporto per il caffè interamente riciclabile.
Pillole di packaging
Come già accennato il packaging del latte è sempre stato oggetto di particolare cura, poichè relativo a un bene di prima necessità legato a particolari valori in termini di salute e benessere. Storicamente il primo packaging del latte fu la bottiglia in vetro adottata da fine ‘800. Sebbene sia attualmente di utilizzo limitato, è particolarmente forte il valore evocativo di questo imballaggio tanto da essere naturalmente collegato all’idea di latte nell’immaginario del consumatore.
Dal vetro per una conservazione igienica e sicura del prodotto, la ricerca si mosse allora, verso imballaggi in grado di garantire la medesima resa in termini igienici e di conservazione, elevando gli standard di praticità e gestione dell’imballaggio. Ebbe inizio un lungo lavoro per ottenere contenitori robusti, meno fragili ma più leggeri del vetro, eventualmente usa e getta. All’inizio del XX secolo erano già presenti i primi esempi di packaging per il latte in cartone cerato, il primo di forma cilindrica, a breve distanza anche di forma quadrata, quindi vere e proprie bottiglie con un sistemi sempre più efficienti di chiusura.
Negli anni 30 il packaging del latte era in cartone rigido, dotato di una chiusura ermetica, pratica ed efficiente; il trasporto dell’alimento divenne decisamente più comodo, l’imballaggio era meno ingombrante e anche capovolto il latte viaggiava in piena sicurezza. I contenitori erano rigidamente usa e getta. La diffusione del cartone rigido dagli anni ’40 divenne più importante.
Gli anni ’50 hanno visto la nascita degli imballaggi Gable Top, ovvero le confezioni in cartone rigido quadrate dotate di un’apertura innovativa utilizzabile dal consumatore anche come beccuccio dosatore. Negli stessi anni veniva messo a punto grazie all’impegno e alle intuizioni dello Svedese Rausing, il Tetra Pak nelle sua versione classica, dando l’avvio a una generazione di imballaggi che rivoluzionerà la storia del packaging del latte e non solo.
Ultima in ordine cronologico nella storia dell’imballaggio impiegato per il latte è la bottiglia in plastica, impiegata in Italia per la prima volta nel 1997 dalla Parmalat. Si tratta di bottiglie in polietilene con triplo statro HDPE. Successivamente verrà impiegato anche il PET e con esso verrà recuperata anche la trasparenza del materiale per richiamare l’effetto vetro.
Il Tetra pak e i poliaccoppiati hanno indubbiamente rivoluzionato le metodiche di confezionamento del latte e dei liquidi alimentari in via più generale. Su questa generazione di materiali lavora oggi la ricerca per la naturale evoluzione del settore.