
I numeri del mercato per gli imballaggi rigidi, flessibili e gli accessori in plastica
Leggeri, versatili, efficienti gli imballaggi in materiale plastico occupano un ruolo importante nell’industria del packaging, di cui rappresentano, indipendentemente dai settori merceologici, il 20% delle soluzioni di confezionamento in termini di tonnellate, ben oltre il 50% in termini di fatturato. Di seguito la tabella che riassume l’impiego di questa tipologia di imballaggio per settore merceologico, (dati Istituto Italiano Imballaggio).

Nel corso del 2022, è stato confermato che la maggior parte degli imballaggi in plastica è ancora destinata al settore alimentare, rappresentando il 75,2% del totale. Di questi, il 52,5% è stato utilizzato per confezionare cibi, segnando un aumento rispetto al 2021, mentre il 22,7% è stato destinato alle bevande, che registrano una diminuzione rispetto all’anno precedente, strettamente collegata all’ingresso sul mercato di altre tipologie di confezionamento specialmente per le quantità più contenute, è il caso del brick in carte e del vetro.
Nonostante i pesanti attacchi degli ultimi anni, gli imballaggi in plastica sono stati oggetto di molta attività di ricerca che ha portato al raggiungimento di importanti traguardi nella lotta allo spreco alimentare e nella messa punto di imballaggi con una quota considerevole di materiali proveniente da riciclo o bioplastiche. Quando parliamo di packaging in materiale plastico, è utile ricordare che ci riferiamo all’ampia gamma di imballaggi rigidi, flessibili e agli accessori per il confezionamento.
Come si può osservare dalla tabella sotto riportata tutte le voci di questo comparto, rispetto ai valori del 2021 segnano un incremento nel 2022. Più precisamente sono cresciuti del 3,6% gli imballaggi flessibili, del 5,6% gli imballaggi rigidi e del 3% gli accessori.

Imballaggi in plastica: ripartizione per area geografica
Per quanto riguarda la ripartizione geografica per questo comparto, da segnalare il forte aumento delle importazioni che caratterizza l’ultimo biennio: +20,9% nel 2021, +12,6% nel 2022. Un incremento che deve questi valori in parte alla delocalizzazione della produzione di molte multinazionali che non producono più in Italia per ragioni di costo. Segno meno per le esportazioni che diminuiscono del 5,1%.

Come indicato dalla tabella, l’area geografica di maggior interesse per le nostre aziende del settore è quella Europea che assorbe ben l’89% dell’offerta con Francia e Germania in testa. Anche le importazioni per l’81,6% rispondono alla medesima area. Il fatturato complessivo del comparto è cresciuto di circa +6/7%, da considerare anche in relazione all’aumento dei costi di produzione, delle materie prime dei costi energetici.
La produzione con materiali bioplastici
Per schematizzare, infine, l’andamento delle diverse tipologie di imballaggi in plastica rispetto al 2021, fra i dati più rilevanti c’è l’aumento della produzione di materiali bioplastici, passati dalle 80.000 tonnellate del 2021 alle 101.000 tonnellate del 2022, con un tasso di crescita superiore al 20%. Fra le tipologie di confezionamento che impiegano questa tipologia di materiali, i sacchetti per il trasporto di merci rappresentano la maggior parte delle bioplastiche utilizzate (62%), seguiti dai sacchetti ultraleggeri per prodotti ortofrutticoli sfusi (17,5%), mentre il restante 20,5% si distribuisce tra diversi settori come la raccolta dell’umido, l’agricoltura, la ristorazione, l’imballaggio alimentare e l’igiene personale.
Dati: Istituto Italiano Imballaggio